PROFESSIONALITA'  SENZA  SCONTI
(perchè in questa farmacia non si fanno sconti sui farmaci di classe C, ma si privilegia la professionalità)
IN RIFERIMENTO AL DECRETO-LEGGE STORACE 87/05.
Cosa ne pensano i farmacisti del decreto-legge:
SI ALLA DIMINUZIONE DEI PREZZI, NO AL FAR-WEST DEGLI SCONTI
SI AL PREZZO FISSO DEI MEDICINALI, NO ALLA DISCRIMINAZIONE DELLA SALUTE.
Ulteriori considerazioni professionali
(in occasione della conversione in legge).

Stampa pieghevole per i clienti della farmacia
CHE AVVILIMENTO! (COME SE NIENTE FOSSE)
        Per chi, come me, ha sempre vissuto la professione come una vocazione e ha dedicato tutta la vita al servizio della salute della gente, questo decreto-legge sullo sconto sui farmaci è una vera doccia fredda.
        "Ma come, nessuno ha spiegato al ministro ed ai politici che il prezzo unico garantisce l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla salute, e permette in ogni luogo la capillarità e l’efficacia del servizio farmaceutico, senza alcuna discriminazione?"
        In un istante si cancella uno dei principi basilari su cui si basa la serietà professionale del farmacista, e si sacrificano la tutela della salute e l’uguaglianza di tutti i cittadini in favore del commercio e della concorrenza. I farmacisti seri si sentono avviliti, umiliati, mortificati.

LA FARMACIA È UN'ISTITUZIONE CHE FUNZIONA: DEVE ESSERE TUTELATA
        Le farmacie, soprattutto quelle piccole, possono garantire la qualità del servizio solo se sono affrancate dalla necessità economica: la dignità economica del farmacista gli consente di svolgere la sua professione in modo indipendente e non sottomesso ad interessi economici.

PROPAGANDA ELETTORALE E CONSUMISMO
        Il decreto ha solo il sapore di propaganda elettorale, ma intanto la breccia è stata aperta.
Si comincia con gli sconti, si continua con il commercio e il consumismo: i medicinali diventano un prodotto di consumo qualsiasi, con aumento della spesa farmaceutica e soprattutto, ben più grave, delle malattie iatrogene (causate dai farmaci).
        Parlare di salute, di cure e di medicine, richiede una competenza ed una sensibilità professionale del tutto particolare, ma ormai tutto passa attraverso i mass-media, e quindi si sente dire di tutto, da parte di tutti.
        Si riferiscono le parole del ministro e del presidente dell’antitrust come se fossero primari e professori …

SI ALLA RIDUZIONE DEI PREZZI, NO AL FAR-WEST DEGLI SCONTI
        I farmacisti sono favorevoli alla diminuzione dei prezzi eccessivi, purché avvenga attraverso la diminuzione del prezzo all'origine, e purché venga mantenuta l'unicità del prezzo dei medicinali.
        Non uno sconto arbitrario e discriminante, ma la riduzione sicura ed oggettiva dei prezzi, mediante controllo sulle ditte produttrici. Del resto, non c’è nessuna presunta direttiva europea che lo vieti, altrimenti anche il prezzo dei medicinali mutuabili non potrebbe essere stabilito dal governo (come invece accade per far risparmiare le casse dello Stato), e neppure sarebbe possibile il blocco degli aumenti fino al 2007. Gli aumenti dovranno avvenire esclusivamente il gennaio degli anni dispari.

IL PREZZO DEI MEDICINALI DI CLASSE C COMPENSAVA QUELLO DEI MEDICINALI RIMBORSATI
        Nessuno ha spiegato alla gente che il prezzo elevato per i farmaci non rimborsati dal SSN era stato tacitamente "pattuito" dal Ministero con l’industria farmaceutica in cambio della drastica riduzione dei prezzi dei farmaci rimborsati e pagati dal SSN?
        Il farmacista è già stato "stangato" con diverse e successive diminuzioni di prezzo e riduzione dei fatturati dei medicinali rimborsati, accompagnate da "sconti" obbligatori da praticare al SSN sempre in aumento, e sempre maggiori richieste di servizi e prestazioni, con sempre maggiori spese.
        Ma il farmacista è il vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro. Ora gli si chiede un ulteriore prova: sia lui a praticare gli sconti, non l’industria ad abbassare il prezzo. Si "scannino" da soli, i farmacisti, facendosi concorrenza tra loro e con gli altri esercizi commerciali.
 
    Il farmacista già pratica lo sconto obbligatorio al SSN, poi anticipa allo Stato il costo dell'assistenza farmaceutica per mesi e mesi sopportandone spese ed interessi, in più non gli sono neanche riconosciuti gli interessi di Legge sui ritardati pagamenti.
    Ora gli si chiede anche di praticare uno sconto volontario, su una piccola fetta del suo fatturato che dà un po' di ossigeno alla sua economia?

     LO SCONTO DEL 20% NON E' SOSTENIBILE ECONOMICAMENTE DAL FARMACISTA CHE LAVORA ONESTAMENTE. 
 

REGOLE DI MERCATO
        Il settore farmaceutico dei medicinali di classe C segue le comuni regole di mercato della domanda e dell'offerta, anche se sbilanciato per l’imposizione del prezzo dei medicinali rimborsati. I prezzi sono liberi.
        I prodotti che "si vendono" hanno per il farmacista dei margini molto ridotti, mentre i prodotti che offrono margini più abbondanti al farmacista è perché … "si fa fatica a venderli".
        Perché la ditta produttrice dovrebbe abbassare il prezzo di medicinali noti e richiesti, fintanto che il paziente è disposto a spendere quelle cifre per averli?

L’ANTITRUST, CHE C’ENTRA CON LE MEDICINE?
        Applicare alle medicine i concetti che regolano le transazioni commerciali degli altri generi di consumo porta a ragionamenti sbagliati.
        Il paziente non "deve" acquistare a proprio piacimento la medicina che costa di meno, ma ha bisogno di quel farmaco che il medico di fiducia gli ha prescritto perché è il più utile ed efficace per la sua salute.
        Cosa vuol dire Antitrust? Costringere il paziente ad acquistare il prodotto di prezzo inferiore (eventualmente di qualità più economica)?

FARMACI EQUIVALENTI. MA E’ VERO?
         Il farmacista è sempre disponibile per cercare gli equivalenti e segnalare i prezzi più bassi: è disponibile ad impiegare il suo tempo a dare tutte le spiegazioni del caso, anche se spesso il paziente non si fida, o non riconosce la confezione.
        Le liste del Ministero faciliteranno il compito del farmacista e daranno a tutti i cittadini la certezza della equivalenza tra i medicinali. Comunque la competenza, l'esperienza e la responsabilità del medico hanno il loro valore, quindi spesso il paziente non rinuncia a quanto gli è stato prescritto, specie se se lo può permettere.
        Infine, quando il medico prescrive il generico, perché (solo in Italia succede) deve indicare la ditta produttrice e non il solo nome del principio attivo?
        In effetti l'enfasi che si pone sui generici ci fa sospettare qualche interesse di troppo.
 
Garattini (da "La Repubblica" del 23-5-05), afferma che "servono incentivi per le aziende che li producono (i generici)", altrimenti le ditte che producono gli stessi medicinali di marca (di norma di qualità migliore) abbassano il prezzo. Ma come, l'obiettivo non è quello di avere buoni medicinali a basso prezzo? E chi paga poi tutti questi generici? (Molto spesso finiscono nei cestini delle farmacie, invenduti).
        Un'ultima considerazione a proposito di Garattini. E' vero, "servirebbe una vera campagna di informazione", da attuare innanzitutto nei suoi confronti: "farmaci che non servono a nulla, come gli integratori alimentari", signor professore, non esistono. Primo, perché gli integratori alimentari, come dicono le stesse parole, non sono farmaci; secondo, perché non esistono farmaci che non servono a nulla, altrimenti non verrebbero autorizzati dal Ministero come farmaci (i farmaci devono possedere proprietà terapeutiche dimostrate).

INCRINATO IL RAPPORTO DI FIDUCIA
        Il risultato di tutto questo bailamme è che il rapporto di fiducia tra paziente e farmacista verrà irrimediabilmente incrinato. Il farmacista verrà giudicato, in modo più o meno razionale, istintivo o inconscio, per lo sconto che pratica o non pratica e non per la qualità del servizio che eroga, i consigli e l'attenzione che dedica alla salute.

PROSPETTIVE FUTURE
        Svilita la professionalità del farmacista a scapito di considerazioni puramente commerciali, ci sarà qualcuno che, spinto da forti interessi commerciali ed affaristici, porterà il farmaco sugli scaffali della grande distribuzione.
        E ALLORA … ADDIO
Addio alla consulenza del farmacista, che costituisce un valido filtro tra l’impulso del consumatore e la tutela della sua salute; addio all’assortimento che soddisfa le variegate esigenze della salute; addio alla attenta professionalità che prevale sul mero interesse economico.

Giancarlo Fogliani
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