Seminario Nazionale di Studi
"La formazione scientifica e professionale nel settore del diritto della navigazione e dei trasporti. Le interrelazioni con i profili economici"
organizzato dalla Università degli Studi di Palermo, Facoltà di economia, Scuola di specializzazione in diritto ed economia dei trasporti
Palermo, 24 novembre 2001


Enzo Fogliani:

La scuola di specializzazione in economia e politica dei trasporti dell'Università degli studi di Roma "La Sapienza".

La mia esperienza presso la scuola di specializzazione in economia e politica dei trasporti data ormai da una decina d'anni e può essere per questo utile ai fini del presente convegno; trattandosi indubbiamente di una delle prime scuole post universitarie nel settore del trasporto.

 Anzitutto, il primo elemento che balza agli occhi come caratterizzante l'attività della scula è la persona del suo direttore. Nella storia della scuola romana si evidenziano due periodi ben specifici, corrispondenti temporalmente alle due diverse dirigenze della scuola: il periodo in cui fu retta dal compianto prof. Del Viscovo (dal 1991 al 1996) ed il periodo in cui è stata retta dal prof. Tucci (dal 1996 ad oggi).

Il primo periodo ha visto l'avviamento della scuola. Programmi ad alto livello giuridico e specialistico, che rimangono ancora però impostati ed insegnati entro una struttura universitaria di stampo tradizionale. Il collegamento con il monto esterno del lavoro e delle imprese procede in quel periodo con difficoltà; non tanto per il fatto che si tratta di un'apertura doi tipo nuovo che deve essere ancora esplorata, ma anche per il tipo di discenti che in quel primo periodo frequenta la scuola.

Gli studenti di quel periodo, infatti, sono generalmente o neolaureati non ancora inseriti nel mondo del lavoro che si avvicinano alla specializzazione nell'ottica di chi semplicemente sta continuando gli studi, oppure funzionari di pubbliche amministrazioni il cui scopo primario non è tanto acquisire una istruzione specialistica nel settore, quanto piuttosto ottenere un titolo di preferenza in vista di eventuali progressioni di carriera.

Tali motivazioni degli studenti si riflettono ovviamente sulla didattica, che non può in quel primo periodo non risentire della carenza di passione per la materia da parte degli studenti.

A tale mancanza di entusiasmo dei primi studenti si contrappone la passione dei docenti, che riescono in breve a far crescere la scuola "all'esterno" e a coinvolgere il mondo del lavoro e delle imprese. Nel periodo 1993-1996 la scuola vede aumentare significativamente il numero dei propri studenti. Parallelamente aumentano le interazioni con il mondo del lavoro; gli insegnamenti tradizionali vengono affiancati da"moduli" e "stage" esterni il cui numero è sempre in aumento.

Nel 1996 la scuola è pronta per il definitivo cambio di prospettiva. Artefice ne è il prof. Tucci, chiamato a dirigere la scuola alla morte del prof. Del Viscovo. Il programma di insegnamento, impostato su base biennale, è diviso in quattro aree, nell'ambito delle quali, accanto ai tradizionali corsi istituzionali, si affiancano moduli e stage tenuti da esperti del settore sia presso la sede universitaria, sia presso le imprese. Gli argomenti dei moduli e degli stage variano nel corso degli anni accademici, essendo comunque scelti fra i temi più attuali e di interesse per gli studenti.

Contestualmente cambia anche la tipologia dello studente medio. Scompaiono quelli motivati unicamente dall'acquisizione di un "pezzo di carta" mentre aumentano quelli realmente interessati alla materia per motivi professionali. Parallelamente aumentano gli studenti già inseriti nel mondo del lavoro rispetto ai neolaureati ancora privi di occupazione.

Ciò comporta un notevole miglioramento della scuola; la passione e la competenza dei docenti trova ora un'ottima corrispondenza nei discenti, il cui maggiore e concreto interesse per la materia produce risultati molto lusinghieri. Risultati ancor più di valore se si considerano le difficoltà di carattere organizzativo, amministrativo e logistico  che la scuola ha sempre incontrato. La mancanza di autonome strutture, la carenza di fondi, i ritardi burocratici della struttura universitaria hanno sempre costituito un notevole ostacolo allo sviluppo ed al buon funzionamento della scuola, che quindi deve molto al volontariato ed allo spirito di abnegazione dei docenti.

E' estremamente dubbio che la scuola possa trasformarsi in Master e sopravvivere alle modifiche normative di recente introdotte. Quello che può farsi in una piccola università, inserita in un tessuto urbano e sociale omogeneo e di dimensioni limitate, può essere impresa disperata per una scuola di specializzazione inserita in una struttura burocratica spersonalizzata come è oggi la più grande università della capitale.

E' quindi probabile che si stia scrivendo l'epitaffio per una delle più anziane ed autorevoli scuole di specializzazione nel settore dei trasporti. Un vero peccato, perché essa ed il patrimonio culturale che rappresenta non meritano certo di essere sacrificati alla logica del profitto e del mercato.
 
 

Enzo Fogliani