Diritto dei trasporti
1999
I
pag. 103


Vito Riccardo Cervelli
Surtout pas trop de zèle

    È risaputo che sugli aeromobili è vietato fumare ed è altresì notorio che per molti l'esistenza di un divieto è di per sé un invito a violarlo, ma a volte, almeno a dar credito alla notizia apparsa su tutti i quotidiani del 28 luglio 1998, questi due fattori fanno nascere situazioni veramente comiche.
    In breve i fatti: un velivolo della compagnia aerea Go atterra a Milano dopo essere partito da Londra con il suo bel carico di studenti di ritorno da un viaggio di studio in Inghilterra, ma trascorsi quaranta lunghi ed interminabili minuti dall'atterraggio nessuno ancora scende. Un guasto ai portelli od un'epidemia a bordo, direte voi. No, la realtà era molto meno drammatica anche se infinitamente più divertente. Il comandante, che presumiamo essere un accanito non fumatore, accortosi che qualcuno aveva fumato nella toilette del suo aereo, manomettendone per giunta il congegno antincendio per meglio nascondere tale misfatto, ha avuto la geniale idea di tenere in ostaggio tutti i passeggeri finché il colpevole non si fosse consegnato (o finché non gli fosse giunta una soffiata).
    Si sa, tuttavia, che per gli studenti non c'è peggior delitto che fare la spia e d'altra parte il reo ha dimostrato d'aver bene appreso il senso del brocardo nemo tenetur se detegere, con la conseguenza che solo l'intervento della polizia aeroportuale ha sbloccato la situazione. Morale, i prigionieri sono stati liberati ed il loro aguzzino denunciato per violenza privata e sequestro di persona.
    Poiché chi scrive è nemico giurato del fumo, corre l'obbligo di tentare una difesa del comandante-giustiziere. Inutile invocare i poteri di arresto e fermo a lui spettanti quale ufficiale di polizia giudiziaria, perché anche a voler considerare reato il comportamento del fumatore (si potrebbe configurare il danneggiamento e l'inosservanza di norme sulla sicurezza della navigazione), resta pur sempre il fatto che tali poteri spettano nei confronti del reo e non nei confronti degli altri passeggeri incolpevoli, ancorché omertosi (d'altra parte il nostro codice penale non prevede, ad eccezione di alcune fattispecie particolari, un obbligo per i cittadini di denunziare gli autori di reati).
    Si potrebbe allora mettere in risalto l'intenzione di porre il criminale a disposizione dell'autorità giudiziaria, con la conseguenza che il reato di sequestro di persona verrebbe derubricato in quello meno grave di arresto arbitrario (mentre la violenza privata sarebbe assorbita da questo ex art. 15 c.p.).
Non sappiamo se il nostro eroe continuerà a dimostrarsi un valoroso combattente nella guerra contro il fumo, ma comunque vada a finire questa vicenda per il futuro sarà bene che ricordi il motto attribuito al Talleyrand: surtout pas trop de zèle.
 
 
 

VITO RICCARDO CERVELLI