Diritto dei trasporti
1998 92

    Giovanni Battista Gallus
Un condominio galleggiante?

    Un noto settimanale di attualità ci informa che un estroso imprenditore norvegese, Knut Kloster jr, intende varare un «condominio galleggiante», e cioè una nave da crociera da 85.000 tonnellate di stazza e 292 metri di lunghezza (The World of resident sea), provvista di 250 veri e propri appartamenti da 300 mq. l'uno, dotati di tutti i conforts, Jacuzzi inclusa, con la particolarità che ogni appartamento può essere acquistato (per la simbolica cifra di circa 12 miliardi di lire, cui si aggiungono 500 milioni all'anno per gli «oneri condominiali»), proprio come se si trattasse di una certamente più banale villa in un lussuoso residence in qualche esclusiva località di villeggiatura.

    Quest'originale «condominio galleggiante» (il cui varo è previsto per il 1999) ha già una rotta prefissata fino al 2001, mentre, per il periodo successivo, questa dovrà essere decisa in apposite «riunioni condominiali» (che si preannunciano assai accese .).

    Al di là degli aspetti pratici, la fantasia del signor Kloster junior solleva problemi non indifferenti in tema di ricostruzione della fattispecie dal punto di vista giuridico.

    Difatti, l'obbligazione principale può essere ricondotta ad una cessione e messa a disposizione (senza limiti di tempo e vincoli di incedibilità) di una porzione di nave (l'appartamento, appunto), affiancata da un corollario di obblighi accessori inerenti da un lato la gestione della nave, e dall'altro la fornitura di quei servizi tipici delle crociere, quali attività di ristorazione, intrattenimento, palestra, cure mediche, e così via.

    In effetti, sembrerebbe che l'ampiezza dei diritti che il singolo viene ad acquistare sull'appartamento ceduto porti a individuare un'effettiva cessione in proprietà delle singole unità, e, pertanto, la definizione di condominio non appare poi così impropria. Questa ricostruzione pone intuibili problemi (che non si pretende certo di affrontare in questa sede) in ordine alla forma del contratto, oppure alla sua opponibilità a terzi (quid juris per la malaugurata ipotesi di sequestro della nave?).

    Ma non solo: se si può ragionevolmente supporre che la qualità di armatore (e la conseguente responsabilità) permanga in capo al signor Kloster, come può essere qualificato il potere dell'«assemblea di condominio» di decidere e fissare la rotta da seguire e gli approdi?

    Un fatto è in ogni modo certo: chi vi scrive, conoscendo la nota litigiosità di condomini ben più piccoli e con spese di gestione enormemente inferiori (oltre che stabilmente infissi al suolo), non si candiderebbe certo quale amministratore del condominio The World of residente sea (figura sicuramente non consueta nell'ambito marittimistico).

    Questo amministratore, infatti, oltre agli altri prevedibili grattacapi, dovrà periodicamente riuscire nella titanica impresa di mettere d'accordo 250 persone (le quali hanno tutte sborsato la modesta cifra di 12 miliardi, oltre la bazzecola delle spese di gestione annuali, e che dunque vorranno, legittimamente, avere voce in capitolo) sulla rotta da seguire, con prevedibili (e difficili) mediazioni tra i desiderata degli amanti dei fiordi norvegesi e i fan della Polinesia, tra le richieste dei seguaci del whale watching e le aspirazioni degli irriducibili del mar Mediterraneo.

GIOVANNI BATTISTA GALLUS