Diritto dei trasporti
1997 813
Giovanni Battista Gallus
Un jet privato per tutti?

    Abbiamo appreso, leggendo l'Espresso del 15 maggio 1997, di una recente novità, che proviene, è quasi inutile dirlo, dagli Stati Uniti, indiscussa patria delle notizie più curiose e stravaganti.

    La novità consiste nell'introduzione, da parte di alcune compagnie americane, di una sorta di multiproprietà (definita fractional ownership) su aerei privati, che consente di provare l'ebrezza del jet privato a costi un po' più umani. Un esempio: mediante il versamento della modica cifra di un milione di dollari, si può disporre di un nuovissimo Cessna Citation a sette posti, per cento ore di volo annuo, per il periodo di cinque anni; praticamente un regalo, visto che il Citation costa, di listino, ben cinque milioni di dollari.

    Chi avesse una famiglia numerosa, avendo il Citation soltanto sette posti, può optare (ma i prezzi lievitano) per un Learjet, o un Gulfstream IV.SP, da tredici posti.

    Peraltro, e per chi avesse particolare fretta di contattarle, vista l'innegabile convenienza, tali compagnie sono raggiungibili anche via Internet, ai siti «https://www.amrcorp.com:80/amr_mgmt/bus_jet_sol.htm» e «https://www.amrcombs.com/bizjet.html».

    Le compagnie che hanno organizzato questa iniziativa, per il suddetto simbolico esborso, garantiscono la disponibilità dell'aeromobile, in piena efficienza, adempiendo a tutti gli oneri e le spese di gestione, organizzazione e volo. L'utilizzazione dell'aereo si basa, ovviamente, su un principio turnario, non fisso (come per la multiproprietà immobiliare) ma variabile a seconda delle esigenze: nel caso di richieste in contemporanea, la preferenza viene assegnata a colui che ha la maggior quota di «proprietà».

    In realtà, è evidente che, in questo caso, sia pur basandosi sulle scarne informazioni che l'articolo fornisce, parlare di proprietà (o anche di multiproprietà) è veramente improprio, essendo lo stesso godimento dell'aereo sottoposto a svariati limiti e soprattutto a una limitazione temporale (cinque anni); non si può, dunque, neanche assimilare questa fractional ownership a una comunione, con uso sia pure turnario, ma piuttosto a un ben più prosaico air charter, caratterizzato peraltro dalla peculiarità del rapporto plurilaterale, essendo il medesimo jet messo a disposizione di più charterers.

    Che di cessione di proprietà (o ownership che dir si voglia) non si possa proprio trattare, è dimostrato altresì dal fatto che l'obbligazione della compagnia aerea, in effetti, si sostanzia nella messa a disposizione, entro congruo preavviso e nelle località stabilite, di un determinato aeromobile (ovvero di uno dalle caratteristiche analoghe), provvedendo a tutti gli obblighi e oneri ad esso inerenti.

    In effetti, pare a chi scrive che si tratti soltanto di un'intelligente trovata di marketing (attività nella quale gli americani senza dubbio eccellono): è certamente molto più gratificante, infatti, avendo la disponibilità economica, poter affermare di essere proprietario, sia pure pro quota, di un jet privato, piuttosto che dover ricorrere, ogni volta, ad un meno signorile charter del medesimo.

GIOVANNI BATTISTA GALLUS