L'ignoranza
corre su Internet (ovvero: dell'abrogazione del codice
della navigazione ad opera del codice della nautica da diporto).
Si parla tanto in questi tempi delle
enormi possibilità che
Internet offre per lo sviluppo della conoscenza e della cultura; cose
assolutamente vere, ma alle quali si accompagnano meno reclamizzate ma
altrettanto ampie possibilità di sviluppo e diffusione
dell'ignoranza.
Una volta i costi dell'accesso
ai mezzi di comunicazione
selezionavano di fatto, in un certo senso, la qualità
dell'informazione. Oggi, invece, chiunque può scrivere
quello che gli pare e metterlo sul web a disposizione di tutti a costi
irrisori. Se ciò è un bene per la
libertà dell'informazione, non lo è certamente
per la cultura. Nel mare magnum di Internet l'autorevolezza non
è più data soltanto dalla caratura della fonte o
dell'autore, ma è data principalmente dal posizionamento del
sito che riporta l'informazione nei motori di ricerca; i quali seguono
criteri fra cui la correttezza dell'informazione è
sicuramente assente.
Varrà per tutti un esempio,
proprio nel nostro settore, dove
un autorevole (!) sito web italiano dà per abrogato il
codice della navigazione a partire dal 15 settembre 2005. Il sito
è www.yachts.it. Alla pagina
https://www.yachts.it/ITA/Rubriche/Leggi/Default.asp sono indicati, fra
i link, quello al “Nuovo codice della nautica da diporto
– decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171”, e
quello al “Vecchio codice della navigazione – ora
sostituito dal decreto legislativo 171/2005”. Ogni dubbio (o
speranza) di aver inteso male scompare seguendo i suddetti link: il
primo porta effettivamente al codice della nautica da diporto, peraltro
definito e intitolato “Il nuovo codice unico della
navigazione” (https://www.yachts.it/ITA/Rubriche/leggi/
CodiceNavigazione2005/Default.asp); il secondo porta al Codice della
Navigazione del 1942, definito come “Il codice della
navigazione, versione vigente sino al 15 settembre 2005”
(https://www.yachts.it/ITA/Rubriche/Leggi/VecchioCodice/Codice_Navigazione_01.asp).
Per i gestori del dominio yachts.it,
dunque, il nostro codice della
navigazione non esiste più. E' stato abrogato da circa un
anno, e i suoi oltre 1300 articoli sono stati sostituiti dai neppure 70
del codice della nautica. Questa sì che è
deregulation!
Se fossero soltanto i redattori del sito
yachts.it a seguire queste
peculiari tesi sulla abrogazione del codice della navigazione non
sarebbe forse un grave danno. Il problema è che, stando alle
statistiche di accesso al sito, esso risulta aver ricevuto 6.908.676
visite alla data in cui scriviamo (3 agosto 2006). Anche volendo
ritenere che non tutte tali visite siano state effettuate da persone
diverse, è ipotizzabile che ci siano comunque alcune decine
di migliaia di persone che, sulla base di quanto letto su quel sito,
siano effettivamente convinte che il codice della navigazione
sia stato abrogato ed esista solo il codice della nautica da
diporto. E ciò in perfetta buona fede, sulla base
della (apparente) autorevolezza del sito: il quale, ad una ricerca su
“Google” alle parole “codice navigazione
nautica” si presenta al 3^ (terzo!) posto delle oltre 163.000
pagina trovate dal motore di ricerca.
Che dire? Forse, fra le tante Authority
e i tanti Garanti di moda in
questi anni, non sarebbe male pensare ad un “Garante della
cultura” che ponga rimedio a palesi disinformazioni quale
quelle qui indicata.