Diritto dei trasporti
2002

 I

pag 168. 



Elisabetta Livi
I «bisogni» dei viaggiatori o i bisogni dei ferrovieri?

A chi non è capitato durante un viaggio in treno di dover usufruire dei servizi igienici? Tutti quanti ormai sanno che è buona regola non usare la toilette quando il treno è in sosta in una stazione, a meno che non si vogliano rendere palesi le proprie impellenze a tutti quelli che sciaguratamente si trovino nei pressi del binario!
Nonostante questo piccolo sacrificio da sopportare il passeggero fino adesso ha sempre viaggiato con tranquillità, sapendo che tra una stazione e l'altra è possibile utilizzare comodamente la toilette senza venir meno ad alcuna regola di buona creanza.
Ma qualcuno ha mai pensato che la lunga rete ferroviaria che collega una stazione all'altra è in questo modo adibita ad enorme latrina? E soprattutto che per centinaia di ferrovieri, addetti alla manutenzione dei binari e dei circuiti elettrici, questa chilometrica estensione di binari costituisce luogo di lavoro?
È questo, in sostanza, il contenuto della protesta sollevata da un gruppo di lavoratori delle Ferrovie dello Stato, per mezzo di una lettera ad un noto quotidiano romano. Perché dopo oltre 150 anni dalla costruzione della prima ferrovia italiana, si continua ad utilizzare sui convogli questo rudimentale sistema di scarico? Perché, in un contesto di crescente attenzione alla salubrità degli ambienti di  lavoro, si costringono i ferrovieri a lavorare tra  i rifiuti organici, disattendendo in tal modo la normativa vigente in materia di tutela dell'ambiente del lavoro?
Che i bisogni dei viaggiatori siano più importanti di quelli dei poveri ferrovieri? Questo non vuole essere un rimprovero ai viaggiatori ma piuttosto un invito alle Ferrovie dello Stato ad adeguare i vecchi treni regionali ai convogli di ultima generazione i quali, avvalendosi dei più moderni ritrovati della tecnica, sono dotati di servizi igienici  a circuito chiuso! È auspicabile quindi che le Ferrovie dello Stato diano attuazione all'art. 59 del contratto collettivo nazionale di lavoro dei ferrovieri il quale al punto 2 statuisce espressamente che «le parti riconoscono la priorità della tutela della salute dei dipendenti e dell'igiene e sicurezza del lavoro  nonché della tutela ambientale, all'interno del processo produttivo del Gruppo FS» e che «a tale scopo si impegnano a promuovere ogni utile coordinamento nel dare attuazione, per quanto di rispettiva competenza, alle disposizioni in vigore ed a quelle che saranno emanate in materia di sicurezza sul lavoro e di tutela ambientale» e che rispettino in tal modo il d.lg. 5 febbraio 1997 n. 22, più noto come decreto Ronchi, almeno nella parte in cui prevede che «I rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente e, in particolare [.] senza causare inconvenienti da rumori o odori» (art. 2.2); anche perché sarebbe impensabile pretendere dai passeggeri, che già sono costretti a sincronizzare le proprie esigenze fisiologiche alle fermate del treno (nella speranza che il bisogno non sia impellente e che la sosta non sia troppo lunga), di non utilizzare la toilette per tutto il viaggio.

ELISABETTA LIVI



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